Bellissima via che da tempo volevo salire. Non abbiamo trovato ometti per superare lo zoccolo basale, se non radi e non visibili dal basso. Molto utile è stato avere la foto della parete con l’itinerario tracciato. Utilizzato la relazione presente su CuneoClimbing, direi perfetta nei tiri, restando sempre nel tema di una via alpinistica.
Sono state aggiunte soste a spit, in corrispondenza di quelle originali a chiodi o poco distanti lungo i tiri. Abbiamo utilizzato le ultime tre, in particolare nella sosta 5, i chiodi sono fissati su una lama che vibra pericolosamente. Provvidenziale la nuova sosta un metro più alta, sulla placca. Il primo tiro della relazione citata risulta di 50 metri, se seguito alla lettera. Ovviamente occorre allungare bene le protezioni. Presenti chiodi sulla via, nei punti più difficili, ad oggi ben piantati. Per la discesa, abbiamo utilizzato la sosta con anello di calata, più o meno al centro della cresta sommitale. Dopo 40 metri, la prima doppia sembrava portare al nulla e abbiamo traversato a destra di 6-7 metri, faccia a monte, trovando una sosta a spit e maillon di calata. Forse meglio partire dalla sosta ancora più a destra e visibile. Da questa prima doppia, altre quattro lineari, o con lieve tendenza a sinistra , faccia a monte,sempre con maillon di calata, l’ultima di 55 metri, ci hanno depositato alla base della via, a sinistra dell’ometto di partenza, guardando la parete. Per lo zozzolo, 4 doppie all’estrema destra, faccia a monte, nuove, da 40-45 metri, riportano alla base in tranquillità. Complimenti a chi le ha posizionate, al lavoro fatto. Sono stati rimossi tutti i cordoni di collegamento delle soste a chiodi.
20 metri di neve dura per attaccare lo zoccolo. E’ stata utile la picozza. Immagino comunque si libererà a breve
Giornata spettacolare, soli su tutta la montagna. Con Michele