![partenza](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2021/08/DSCF5213-320x240.jpg)
![](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2021/08/WhatsApp-Image-2021-08-31-at-13.36.51-320x240.jpeg)
![al bivacco Moncalieri](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2021/08/WhatsApp-Image-2021-08-31-at-13.36.53-1-1-180x240.jpeg)
![la Maledìa](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2021/08/DSCF5230-320x240.jpg)
![dalla Borello vista verso la restante parte della traversata, è ancora lunga](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2021/08/DSCF5231.jpg)
![in uscita dal canalino che porta alla Cima Borello](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2021/08/DSCF5234-320x240.jpg)
![](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2021/08/DSCF5237.jpg)
![](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2021/08/DSCF5239-320x240.jpg)
![](https://www.gulliver.it/hub/wp-content/uploads/2021/08/IMG_20210830_150335.jpg)
Abbiamo dormito al Rifugio Moncalieri e di lì il mattino seguente siamo risaliti per il vallone che conduce al pianoro tra la Maledìa e la Cima Borello (come da traccia qui presente).
Tale traccia gps è ben fatta e molto utile, basta seguirla fedelmente.
In ogni caso, come già spiegato nelle precedenti relazioni, sulla cresta è difficile sbagliare. Occorre percorrere il filo o le cenge a lato che evitano i passaggi più difficili.
La difficoltà tecnica non è elevata, ma per le condizioni della roccia, per l’esposizione della via e per lo sviluppo complessivo la lucidità non deve mai venir meno: l’errore potrebbe non essere perdonato.
Noi abbiamo percorso la traversata tutta in corserva, protetta con friend e cordini nei tratti più ostici.
La discesa dal Gelas non è così immediata, specie nei casi come il nostro in cui è calata la nebbia: gli ometti e i bolli non sono abbondanti. Ma basta seguire la traccia gps, divenuta per noi indispensabile.
Si realizza questo sogno in testa da anni… ma che sfacchinata!!