Falconera (Torre) – Via Michelin-Rossetto

Falconera (Torre) – Via Michelin-Rossetto
La gita
domar
5 20/05/2017

Una linea veramente interessante, la Michelin-Rossetto sulla Torre Falconera offre davvero tutte le possibilità, si passa dalle placche lisce ed appoggiate di pura aderenza, alle fessure ben ammanigliate in cui spingere bene sui piedi, per chiudere su strapiombi tecnici e di forza, insomma, una via decisamente divertente, sia per i quintogradisti e sia per chi ha qualcosa in più da dare. Ovviamente, come tutte le vie di Michelin, spit e chiodi si trovano, ma in modiche quantità (solo dove servono). Può risultare decisamente utile qualche friend (0,5 – 1 – 2 – 3) ed è comunque necessario arrampicare con decisione e sicurezza sul 5c/6a.
Dopo il ponte si sale lungo una sterrata un po’ dissestata, sconsigliabile alle macchine particolarmente basse, parcheggiare l’auto prima di arrivare alla piccola borgata in un piccolo spazio prima delle case. Dopo aver superato qualche gradino si sale con decisione lungo il bosco per poi affrontare una ripida pietraia con grossi massi, ancora qualche minuto di sentiero e si arriva all’attacco della via con targhetta alla base, 30 minuti dall’auto.
La prima lunghezza ha un primo tratto ben chiodato, completamente liscio ma abbastanza inclinato, tanto da poter essere salito usando solo i piedi con le mani in appoggio, qualche colata d’acqua rende la seconda parte del tiro particolarmente inquietante, la spittatura alla Michelin abbastanza datata e il bagnato sulla linea non vanno certo a braccetto, i friends in questo caso rendono la salita decisamente più sicura (Diebra è una certezza, garantisce sicurezza anche con i piedi nell’acqua). Il secondo tiro è un facile quarto con due soli rinvii, nulla di difficile ma, anche qui, una caduta su chiodi non giovanissimi potrebbe avere delle brutte conseguenze, meglio proteggersi con le numerose fessure sulla destra, la terza lunghezza comincia a farsi decisamente più ostica. Un 5c adeguatamente duro, con una partenza su fessura da proteggeree e con dei bei movimenti da ricercare portano ad un comodo terrazzino con sosta su un albero, il cordone presente è un po’ vecchiotto ma è possibile comunque fare sosta su comodi massi. Il quarto tiro presenta un bello scavalcamento con i chiodi messi nel punto giusto. Anche qui l’acqua cola proprio dove è necessario posare i piedi, il passo dato di 6° (Ancora una volta Diebra non molla, questa volta con piedi e mani a mollo). Arrivati a questo punto è abbastanza evidente che per fare questa via non è consigliabile la pioggia nei giorni precedenti. Il quinto tiro si presenta come un’altra placca liscia ma ben appoggiata, anche questa è chiodata a dovere anche perché non presenta possibilità di integrare. Il sesto tiro, alla cui base è stato recentemente ed opportunamente aggiunto un cordone nuovo su un albero, segue un’estetica fessura ben ammanigliata e qualche ribaltamento decisamente divertente. Il tiro successivo, a mio avviso, è il tiro chiave della via, con le maggiori difficoltà, il quinto grado forse è un po’ stretto, movimenti sempre abbastanza tecnici, le prese ci sono tutte ma i passaggi un po’ strapiombanti scaldano le braccia. Gli ultimi due tiri possono tranquillamente essere concatenati con corde da 60m, si segue l’aerea cresta che porta fino alla croce in legno di vetta. Nonostante il grado dato come 5b-5a, questo tiro non è da sottovalutare, presenta qualche strapiombo di forza, con prese belle nette e solide che richiedono un po’ di energia, utilizzando a dovere le due corde si evitano fastidiosi attriti. Dall’arrivo sul pianoro terminale, oltrepassare la croce di vetta su facile arrampicata per ritrovarsi dal lato opposto, dove è evidente un anello di calata. Il moschettone presente è abbastanza datato ed arrugginito. Anche noi, come molti altri, confidiamo sempre nel prossimo per sostituire il vecchio materiale, comunque sarebbe bello e soprattutto più sicuro, che qualcuno prima o poi portasse un anello di calata nuovo. Doppia da 25 m con una sola mezza corda, ci porta al canalino di discesa, un viscido e scivoloso cumulo di foglie, pietre e salti di roccia, prestare molta attenzione, il terreno è davvero impervio e nel nostro caso, molto umido. Tanto bella la salita, quanto noiosa e rognosa la discesa. Danno più sicurezza i vecchi chiodi blu Michelin che i balzi di roccia bagnati del canalino di discesa. In ogni caso, l’insieme rende la Michelin-Rossetto alla Torre Falconera una via da provare e da godersi dal primo all’ultimo passo.

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