Castore Cresta Sud

Castore Cresta Sud
La gita
maxviso
4 25/08/2016

Via lunga e impegnativa, ma molto varia. La parte di roccia è sana dove i gradi si alzano, una pila di piatti rotti altrove, a parte la parte bassa di III – IV che ha una bella roccia. Molto bello il tiro del diedro giallo aperto, con una roccia fantastica. Peccato che i tratti così siamo pochi rispetto all’intera via.
Avvicinamento complicato dai seracchi. La via attacca ben sotto un caratteristico corno roccioso evidente sulla cresta. Per l’avvicinamento, dopo il colle Predazzi, tenersi prima al centro e poi leggermente a destra, per evitare i numerosi crepacci aperti, la cengia detritica è abbastanza evidente (praticamente una striscia di sabbia che sale da destra verso sinistra). La parte di roccia è ben descritta, abbiamo avuto solo difficoltà a trovare la via dopo il diedro giallo. Dalla sosta si traversa a destra per qualche metro su larga cengia, poi, evitando un muretto marcio, si cerca di salire in verticale per cenge e gradoni. Si notano i muretti grigi descritti dalla relazione, che si passano per i punti più facili, per poi puntare ad un caratteristico enorme masso “a vela” che forma una sorta di canalino con massi incastrati. Si passa in questo canalino e si continua salendo un po a destra verso dei muretti rossi, fino ad incontrare una sosta su un muretto a sinistra. Da qui in poi la via è ben descritta e si trova qualche chiodo e spit in più.
Una volta usciti dalla parte di roccia, la strada è ancora parecchio lunga! Prima un lungo tratto di cresta facile, ma che comunque richiede attenzione (probabilmente noi l’abbiamo trovata molto pulita, magari con più neve si cammina più veloci). Dopo la cresta, quando si arriva alla parete rocciosa sotto la punta del Castore, si compie un lungo traverso verso sinistra, tutto su sfasciumi e pile di piatti instabili, fino ad arrivare alla cresta a sinistra. Infine si sale per cresta fino in vetta. Visto il bivacco della sera precedente e la stanchezza, abbiamo preferito tagliare l’ultima parte e traversare verso la normale dal Mezzalama. Nel traverso la parete era ghiacciata in alcuni punti, ma con un po di viti e di conserva protetta abbiamo fatto tutto in sicurezza.

Approfitto dello spazio per ringraziare i gestori del Rifugio Quintino Sella che si sono mostrati degli ottimi rifugisti e hanno fornito un aiuto morale e pratico non indifferente (sia in salita che in discesa)!

un grazie anche alla compagna di cordata Anna, alla seconda salita dura assieme!

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